mercoledì 12 agosto 2009

I Sentieri del cuore

La poesia diventa messaggio di comunicazione, e dona miriadi di colori e di emozioni e di sensazioni a colui che cammina nel buio della notte e percorre i sentieri del cuore per giungere a carpire l'ineffabile del''animo umano .....

Notte, che notte
di
Francesco Terrone

O mio Gesù,
o mio Dio,
nasci di notte
per morire di giorno
per risorgere
nuovamente
di notte.
La notte, questa notte
protagonista
della rivelazione della tua
storia, della nostra
storia.
O mio Signore,
sembra che di notte
nasca il
mondo, come di notte,
figlio smarrito e
padre smarrito
si cercano e si
ritrovano in
un’atmosfera di
reciproca solitudine e
manifestata paura…,
l’uno cerca l’altro
nella notte del
proprio mondo…,
quanta notte nei nostri
passi…,
la notte forza scatenante
del nostro
credo…,
il figlio che vede nel
buio della sua coscienza ed
incoscienza il
suo coraggio e la sua
forza, la sua
fede, il suo
Signore.
Nella notte
mio Signore
riveli la tua
identità d’amore,
l’umanità…,
l’uomo che non riesce a
vivere senza l’uomo…,
la notte che
rende l’uomo
Dio
e Dio
uomo,
l’umanità di Dio
con noi e in noi
sempre la vera presenza
dell’onnipotenza e
del mistero
della vera Fede…!
La notte,
di notte,
che notte…!

1 commento:

  1. Notte, che notte
    ANALISI LINGUISTICA DELLA POESIA
    Oe E Oe
    Nel titolo è presente una iterazione semplice bimembre fonica di timbro O.
    O mio Gesù,
    o mio Dio,
    1 2 3 4 5 6 7 8 9
    O IO E U O IO IO
    La dislocazione dei culmini accentuativi nella 1s4s5s dà vita a sei morfie allitterative.
    Nel primo verso i fenomeni evocativi vocalici si dispiegano con mirabile evidenza: si noti al centro perfetto sesta posizione la
    ( I) in doppio contrasto con la ( O) , le quali a loro volta svolgono la funzione di foni cornice , nei due incastri pervasivi (IOEU). In essi manifesta straordinaria forza evocativa il gioco delle interazioni incastrata la (OOO); incastranti con tre (III) con significativo scambio di ruoli da parte dei timbri vocalici. I parallelismi con diverso peso vocalico e la connessa specularità polarizzata rendono infine questo verso pregrammaticalmente perfetto. La silloge, I sentieri del cuore, le poesie di Francesco Terrone è stata pubblicata da “I.R.I:Sl”. È un’ampia raccolta di poesie “Notte che notte”ne fa parte .Il testo , come empiricamente dimostrato è evocativo. Il suo sentire si altalena nella dicotomia sogno-realtà .La Lirica appare indubbiamente contrassegnata da un input autobiografico con problematiche di tipo filosofico. E’ in primissima istanza un’autobiografia emotiva, filtrata e sublimata nella dolcezza del verso libero. . Il tempo e lo spazio si profilano talvolta come universali illimitati che l’io non riesce a misurare, constatando la propria umana fragilità; amare si configura come il gesto che restituisce l’io alla certezza del suo sentire, riconsegnandolo a quel solo infinito che sempre saprà appartenergli, l’infinito della propria anima, l’infinito di uno spazio e di un tempo squisitamente umani, sebbene, nell’afflato del supremo abbandono, inclini a trascendere nell’assoluto. Il linguaggio nel quale si dispiegano queste liriche d’amore è denso di morfie e dismorfie allitterative che non ne intaccano l’immediatezza, arricchendone il mordente evocativo.

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Alcuni hanno un sogno per vivere.Io scelgo Sidelmed per sognare. G.Celone